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Est Film Festival
Montefiascone (VT) | 21 / 27 luglio 2024 | ingresso gratuito














a cura di Fortunato Licandro

Domenica 30 Luglio: Dopo nove giorni di grande cinema, anche l'undicesima edizione di Est Film Festival volge al termine

Prima di cominciare la serata, il Direttore Vaniel Maestosi, sul palco insieme al Direttore Artistico Glauco Almonte, ringrazia il pubblico sempre corposo e partecipe che in questi giorni ha seguito la manifestazione, rivelando una piccola anteprima di quello che sarà un nuovo evento nel calendario del Festival: «EFF termina oggi a Montefiascone, ma le proiezioni continueranno a settembre, tutti i venerdì, nella splendida cornice delle Terme dei Papi. Il programma è ancora in fase di definizione ma possiamo già svelare che il giorno 15 ci sarà il film Che vuoi che sia, accompagnato dall'incontro con Edoardo Leo».
Dopodiché, arrivano i ringraziamenti a chi ha creduto anche quest'anno in Est Film Festival: i main sponsor Gruppo Bancario Credito Valtellinese e Italiana Assicurazioni; il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Lazio, la Provincia di Viterbo, il Comune di Montefiascone, Unindustria, l’Università degli Studi della Tuscia, la Fondazione Carivit, la Camera di Commercio di Viterbo, la CNA Associazione di Viterbo e Civitavecchia, la Roma Lazio Film Commission; gli sponsor Autopremium Concessionaria BMW di Viterbo, le Terme dei Papi, Unicoop Tirreno, Cantina di Montefiascone, HSRL, Aem, Fratelli Marmo, Ergonet, Manzi Petroli, Caffè Fida, Nardini arredamenti, Etikart Srl, Centro Medico Bartoleschi, G.A.M. Srl, Tecnocasa, Caprio, La Corte & La Corte, Oleificio Bracoloni, Nuova Estetica Silvia, Eredi Saraca Lina; i partner Cinema Gallery, l’Agriturismo Location Colle di Montisola, CIC – Centro di Iniziative Culturali di Montefiascone, Gruppo Carramusa, Tipografia Grazini e Mecarini, Foto Ottica Breccola, la rivista Cinema del Silenzio, JazzUp Festival, Tuscia Welcome, Il Caminetto Resort, Hotel Urbano V, Hotel Altavilla, Vivai Brachini.
«Un grazie a tutto lo staff del Festival per l'incredibile lavoro che hanno fatto. Un saluto alla pizzeria Casti, che ci ha deliziato con le loro proposte di menu durante gli incontri serali. Un ringraziamento particolare al nostro amico Paolo Lupattelli, il quale come ogni anno ci permette di proiettare i film direttamente da una delle finestre di casa sua, regalandoci l'atmosfera da favola che tutte le sere pervade piazzale Frigo».
Maestosi lascia poi il microfono all'assessore alla cultura del comune di Montefiascone Fabio Notazio, il quale porta i complimenti del sindaco per il grande risultato raggiunto: «Anche quest'anno siete riusciti a riempire e far divertire questa piazza, dando un'offerta culturale importante ai cittadini e ai turisti».
Alle 21 e 30, la consegna della borsa di studio “Est Film Festival nelle scuole”, il progetto nato in collaborazione con la CNA Viterbo e Civitavecchia e che, da cinque anni, vede uniti l'IISS C. A. Dalla Chiesa ed EFF nel coinvolgere le classi dell'ultimo anno delle scuole superiori, attraverso la visione di documentari. In rappresentanza dell'istituto superiore, la professoressa Patrizia Centoscudi che ringrazia il Festival: «Per aprire i ragazzi verso le tematiche attuali e per prepararli alla prova finale di maturità attraverso una sensibilizzazione alla fonte filmica».
La borsa di studio “Est Film Festival nelle scuole” viene assegnata quest'anno a Valeria Valentini.
La parola passa a Luigia Melaragni della CNA Viterbo e Civitavecchia: «Siamo onorati di consegnare la borsa di studio anche quest'anno perché il nostro appoggio al Festival è dovuto anche all'ottimo lavoro che la direzione riesce a fare insieme agli insegnanti della scuola. Possiamo constatare con quale entusiasmo i ragazzi partecipino a questa iniziativa che noi sosterremo sempre, perché occasione di crescita culturale».
Alle 21 e 45 è il momento di scoprire i vincitori delle cinque sezioni in concorso di Est Film Festival 2017. Si comincia da quello che è l'incipit per ogni cineasta: i cortometraggi.
«Un premio che ci inorgoglisce molto – afferma Maestosi – perché lo assegniamo insieme a un'altra realtà importante come l'Università della Tuscia». La giuria dei corti è, infatti, composta dai ragazzi di Radio Unitus (Gabriele Achilli, Samuele Argelati, Stefano Barzellotti, Michela Di Pietro, Giorgia Fontana, Daniele Marazzi) e presieduta dal direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo (Disucom) professor Giovanni Fiorentino: «L'Unitus sostiene Est Film Festival fin dalla sua prima edizione per la grande energia, l'entusiasmo e la competenza che mette nel coinvolgere i giovani».
Prima della consegna dell'Arco d'Argento Premio Università della Tuscia, la giuria decide di dare una menzione speciale a Sono qui di Anjan di Leonardo: “Per l’importanza del tema trattato messo in scena con un’ottima fotografia e un coinvolgente lavoro di montaggio”.
Il premio come miglior cortometraggio va, invece, a Buffet di Alessandro D'Ambrosi e Santa De Santis con la seguente motivazione: “Gli elementi del genere comico e del grottesco si ben amalgamano con il crescente clima di tensione volutamente costruito dagli autori per sottolineare l’attuale situazione sociale del nostro Paese. Particolarmente apprezzate sono state le innumerevoli citazioni che ripercorrono alcuni importanti momenti della storia del cinema, riprodotte attraverso un sapiente uso della fotografia e un montaggio particolarmente dinamico. Le musiche fungono da colonna portante dell’intero mood della storia, accompagnandola per tutta la durata del cortometraggio”.
A ritirare il premio è la regista Santa De Santis.
Arriva poi il momento della sezione documentari, introdotta dal presidente della giuria Giancarlo Breccola e composta dai soci del CIC – Centro Iniziative Culturali di Montefiascone (Corinne Burns, Paolo Capuani, Elena Carelli, Lello Di Carmine, Rina Onorati, Daniela Ramaglioni, Gloria Rivolta, Mariolina Scavera Malvagna): «Sono tanti anni che la nostra associazione collabora attivamente con EFF. Giudicare è difficile, anche considerando che le opere che abbiamo visto sono molto eterogenee».
L'Arco d'Argento Premio CIC – Centro Iniziative Culturali va a Camminando sull'acqua di Gianmarco D'Agostino: “Per la grande capacità estetica e comunicativa con cui sono stati elaborati i materiali d'archivio inediti e le testimonianze raccolte; per il messaggio di speranza insito nella trasmissione della conoscenza tra generazioni che caratterizza il lavoro; per la profondità di un progetto narrativo di indiscusso significato sociale e didattico”.
Ritirando il premio, il regista Gianmarco D'Agostino ringrazia Est Film Festival: «Grazie per la vostra ospitalità. Questo festival è stato fatto con grande professionalità e soprattutto gentilezza». Viene poi svelato che, per l'importante valore storico che pone una nuova luce sull'alluvione che colpì Firenze nel 1966, la direzione di EFF ha preso accordi per portare l'opera premiata nelle scuole già dal prossimo anno.
Si passa infine ai premi per i lungometraggi, cominciando con la miglior colonna sonora. Per la prima volta sul palco di Est Film Festival, l'amministratore delegato delle Terme dei Papi Marco Sensi: «Sono molto soddisfatto del nostro investimento e mi sento onorato di far parte di coloro che supportano il Festival. Da questa collaborazione è nata una grande idea: vedere un evento culturale immersi nelle calde acque termali, un'esperienza già fatta in passato ma che, grazie alla vostra esperienza, siamo riusciti ad arricchire. Speriamo il prossimo anno di non dover aspettare settembre, ma di iniziare con le proiezioni già dal mese di giugno».
Per introdurre le motivazioni della giuria composta da Cecilia Antinelli, Massimo Chiodi, Chiara Ciripicchio, Carlo Gigli, Ferdinando Guglielmotti, Carla Menichelli, Piergiorgio Necciari, Elonora Orchi, Alessandra Ragonesi, prende la parola il presidente della giuria e Direttore Artistico del JazzUp Festival, Giancarlo Necciari: «La musica cerca di coagulare la sceneggiatura, e quest'anno il nostro lavoro è stato impegnativo più che mai: abbiamo avuto difficoltà a scegliere solo un vincitore».
L'Arco d'Argento Premio Terme dei Papi alla miglior colonna sonora va a I figli della notte di Andrea De Sica: “La colonna sonora dell'opera risulta sapientemente strutturata nella sua varietà, allo stesso tempo solida e flessibile, caratterizzata da una forte presenza di note inquiete, fredde e arrabbiate, che ben riflettono gli ambienti, le vicende e i personaggi del film. La musica, in parte composta dallo stesso regista, rafforza l'originalità della sceneggiatura, coinvolgendo completamente lo spettatore nella sinestesia percettiva di “vedere” i suoni e “ascoltare” le immagini. I toni e i ritmi più esplosivi e gaudenti di alcuni brani non originali, sapientemente selezionati, disposti in modo insolito e mai scontato, irrompono nell’atmosfera cupa e agghiacciante della storia quale anelito verso di un piacere sognato, sperato e, alla fine, paradossalmente trovato. Perfette risultano essere, pertanto, le sequenze musicali che con forti tinte ma anche con riff e sottili anticipazioni, sostengono ed evidenziano gli stati d’animo e i conflitti dei protagonisti dalla prima all’ultima scena”.
Ritira il premio Mariano Di Nardo, sceneggiatore di I figli della notte: «Grazie a EFF per aver proiettato il nostro film, grazie alla giuria e a Marco Sensi. Andrea è molto felice di ricevere l'Arco D'Argento perché è la prima volta che vince un premio per le musiche. Un riconoscimento ancora più significativo visto che suo padre (il compositore Manuel De Sica) avrebbe dovuto comporre la colonna sonora di questo film. Dopo la sua morte, Andrea si è trovato nella situazione difficile di cercare qualcuno che avrebbe potuto continuare il progetto iniziato da lui, ma alla fine ha deciso coraggiosamente di portarlo avanti lui stesso».
Arriva poi il momento di quello che il Direttore Vaniel Maestosi definisce: «Il premio con la giuria più bella, ovvero gli spettatori. È facile vedere la piazza piena con personaggi importanti come Edoardo Leo o Gianni Amelio, ma quando il pubblico sostiene con una presenza enorme questi film nuovi, lo fa per amore del cinema e il nostro applauso va a tutte le persone che ogni sera ci hanno seguito».
Prima di scoprire il vincitore dell'Arco d'Argento al miglior film scelto dal pubblico, il nuovo presidente della Cantina Sociale di Montefiascone, Pietro Carletti, rassicura: «Anche se è cambiata la leadership, non cambierà l'impegno della Cantina verso il Festival. Tra di noi c'è stata da subito una grande intesa e vi esortiamo a continuare con lo stesso impegno e dedizione».
Maestosi fa poi un saluto all'ex presidente Fabio Brugnoli: «Un prezioso amico che ci segue fin dal primo anno».
Il vincitore dell'Arco d'Argento Premio Cantina Sociale di Montefiascone con una media di voti di 8,5 è La ragazza del mondo. Ritirano il premio il regista Marco Danieli e lo sceneggiatore Antonio Manca: «Siamo molto felici di ricevere questo premio per un film che non è catalogabile dentro un genere ben preciso. Grazie a tutti: ci piace il vino e ci piace il pubblico di Montefiascone».
È arrivato il momento più importante di Est Film Festival: il premio per il miglior lungometraggio.
A prendere il microfono è il dottor Marco Sala della Direzione Territoriale Centro Gruppo Credito Valtellinese: «È un onore essere main sponsor da 9 anni. La mia presenza in ogni edizione serve a rappresentare il piacere di tutta la banca a partecipare a questo incredibile festival. Il vostro dare spazio alla cultura e ai giovani è un grande contributo per il territorio».
Sul palco, Ambrogio Lo Giudice e Francesca Brunori che, insieme a Danilo Maestosi, hanno composto la giuria presieduta da Giampaolo Sodano. «Devo ringraziare la direzione composta da Vaniel Maestosi e Glauco Almonte per averci dato la possibilità di giudicare questi incredibili film – afferma Lo Giudice – Senza di loro il Festival non esisterebbe. Le persone dovrebbero essere fiere di avere un evento di questa importanza qui a Montefiascone. Fare un'opera prima è complicatissimo: quando pensi di aver finito arriva il momento più difficile, quello della distribuzione. L'importanza di un festival come questo per l'arte cinematografica è fondamentale. Chi riesce a fare un film ha un piacere enorme quando la sua opera può avere una così ampia visibilità».
Il microfono passa alla costumista Francesca Brunori: «Mi associo alle considerazioni fatte da Ambrogio e ringrazio Glauco e Vaniel per il contribuito culturale che apportano alla zona, non solo di Montefiascone, ma di tutta la Tuscia».
Prima di scoprire il vincitore, vengono lette le motivazioni della giuria: “Un film popolare, racconta una storia che sa entrare in sintonia con le emozioni e il vissuto del pubblico scegliendo un'angolazione poco nota come quella del testimoni di Geova. Ma anche un film sofisticato,che non ripiega su soluzioni scontate e analizza con il giusto distacco la nascita e la fine di un rapporto d'amore intenso ma diseguale, senza concedere alibi ai due protagonisti, mescolando in modo equilibrato la loro forza e la loro fragilità. Un film ben fatto. Buona sceneggiatura. Bravi attori e ben diretti. Un ritmo che non subisce flessioni. Grande risultato per un'opera d'esordio!”.
Dopo la vittoria del premio del pubblico, La ragazza del mondo vince anche l'Arco d'Oro Premio Gruppo Credito Valtellinese, un evento che a Est Film Festival non succedeva dal 2008 con Cover Boy di Carmine Amoroso.
«Il sogno di ogni regista – afferma Marco Danieli – è riuscire ad avere il favore degli spettatori e della critica. Siamo orgogliosi di ricevere oggi questi due premi».
Prima di salutare piazzale Frigo e tutto il pubblico di Est Film Festival, prende la parola il Direttore Artistico Glauco Almonte: «In questi ultimi quattro anni abbiamo fatto dei festival molto diversi l'uno dall'altro. Nei nove giorni che hanno composto questa undicesima edizione, abbiamo ritrovato il piacere di fare Est Film Festival, vedendo questa piazza piena con tutte le persone che hanno sempre creduto in noi: è questo il momento nel quale ti rendi conto che il tuo lavoro vale la pena di essere fatto».
Grazie a Montefiascone, grazie a tutti gli sponsor e grazie a tutti gli spettatori che hanno partecipato a questa undicesima edizione di Est Film Festival.
L'appuntamento è tutti i venerdì di settembre alle Terme dei Papi.


Sabato 29 luglio: Gianni Amelio è l'Arco di Platino Premio Italiana Assicurazioni dell'undicesima edizione

Ultima giornata per questa undicesima edizione di Est Film Festival al Cinema Gallery: alle ore 17 e 30, il mini concorso di cortometraggi di Ciak! Montefiascone 4. Protagoniste dell'edizione 2017 le opere Cantina sociale di Quinto Ficari e Mario Fanali, Il Dono Alieno di Andrea Durantini, 50 Sfumature di Baseball a Montefiascone del Comitato 50 Anni di Baseball e il vincitore Flow di Leonardo Ugolini e Luca Pietro B.

Alle 21, piazzale Frigo si riempe per assistere alla consegna dell'Arco di Platino Premio Italiana Assicurazioni 2017 a Gianni Amelio, già ospite del Festival nel 2012, che si aggiunge alla lunga lista di nomi importanti che negli anni hanno composto l'albo d'oro degli ospiti più prestigiosi di EFF: Carlo Verdone, Giorgio Diritti, Paolo Virzì, Terry Gilliam, Giuseppe Tornatore, Pupi Avati, Enrico Vanzina e Gigi Proietti.

A consegnare il premio, Roberto Laganà, Direttore Generale di Italiana Assicurazioni, main sponsor del festival da molti anni: «Sono molto felice di essere questa sera su questo palco. Il cinema, come il mondo delle assicurazioni, vende qualcosa di intangibile e che vale molto di più di quello che si può vedere. Noi siamo qui come sponsor in una località molto lontana dalla nostra sede principale di Milano perché crediamo che così si possa trasferire anche alle persone di questo luogo il senso di protezione che vogliamo dare con la nostra presenza».

Prima di cominciare l'incontro, Gianni Amelio esprime la sua gioia nel tornare dopo cinque anni a Montefiascone: «Un paese che ringiovanisce come umori e accoglienza, e questo è sempre un dato positivo. Vi ringrazio per l'Arco di Platino, ma il vero premio è vedere questa splendida piazza di nuovo piena».

Il regista comincia poi a raccontare la sua carriera partendo dagli inizi: «Ho avuto molta fortuna. Chi ha fa il nostro mestiere è un precario di lusso. Sono arrivato a Roma nel '65 e tre giorni dopo già lavoravo perché qualcosa di cinema la sapevo. Lessi un giornale con un intervista di Vittorio De Seta: pochi minuti dopo cercai il suo numero sull'elenco telefonico, lo chiamai e riuscii ad ottenere un'intervista per una rivista universitaria. Quando ci vedemmo gli dissi che volevo fare da assistente volontario. Lui accettò la mia proposta ma mi disse che al primo errore mi avrebbe cacciato ma, per fortuna, andò tutto bene. Non è possibile fare questo lavoro se non si ha la voglia di scalare le montagne».

Sul palcoscenico, insieme ad Amelio, il critico Maurizio Di Rienzo gli chiede di spiegare il suo modo atipico di studiare il cinema, quando da giovanissimo non perdeva un'occasione per vedere una pellicola: «Io mi ricordo una totale mancanza di spocchia intellettuale: ero un semplice spettatore. Godevo del fatto di entrare in una sala cinematografica, perché nel paese in cui vivevo la vita non era così felice, né tanto meno aperta. Entrare in quel buio illuminato dal proiettore ti consolava dai guai umani. Non facevo differenze tra un film e l'altro. Purtroppo, non sempre potevo permettermi il biglietto e, dovendo trovare i soldi a tutti i costi, li rubavo. A un certo punto, cominciai a fare le versioni di latino e i temi per alcuni figli di poliziotti, in modo tale da poter usufruire della tessera dei loro padri per andare gratis in quel cinema che si chiamava come il mio primo libro: Politeama. Quando ho cominciato a fare questo lavoro, la mia palestra sono stati gli spaghetti western, i muiscarelli e i caroselli, non mi sono fatto mancare niente. Poi le mie ambizioni sono cresciute ma, con tutte le esperienze che avevo fatto, ero riuscito a imparare un mestiere».

Parlando della lunga carriera del regista, Di Rienzo si sofferma su un argomento di attualità come la migrazione, già trattato da Amelio in Lamerica: «I siriani, i nigeriani o chiunque altro sbarchi sulle nostre coste... ci siamo dimenticati che una volta siamo stati noi a passare quel calvario. Quello non era un film sugli albanesi che speravano di trovare delle condizioni migliori in Italia, bensì la storia di mio padre che sbarcava in Argentina. Noi abbiamo scordato e rinnegato un passato indelebile: anche noi siamo andati via per sfamarci e tentare di sopravvivere. La mia storia familiare è molto simile a quella dei migranti di oggi: prima è emigrato mio nonno, poi mio padre e dopo mio zio. Una volta, sorpassato il mare, era difficile tornare a casa e quello che si lasciava alle spalle non era solo il proprio passato, ma vedove bianche e orfani. Una volta eravamo noi a solcare l'Atlantico, oggi si attraversa il Mediterraneo. Anni dopo, sono andato a vedere il percorso che aveva fatto la mia famiglia emigrando e ho visto una realtà che è uguale a quella che oggi vivono molti uomini e donne. Un giorno, passeggiando con mio fratello abbiamo visto un ragazzo senegalese che tentava di sopravvivere vendendo accendini e altri oggetti, ci siamo guardati e ci siamo detti: “Forse papà ha fatto lo stesso per poter mangiare”. Tutte queste cose girando Lamerica non le ho pensate direttamente, ma le ho sentite dentro».

A conclusione dell'incontro, Di Rienzo domanda ad Amelio da quale stato d'animo sia uscito fuori La tenerezza: «In realtà, non lo so. Volevo e dovevo fare un film. Ho scelto gli attori e ho pensato a una storia avendo loro in mente. Per la prima volta, racconto di un uomo della mia età, un periodo che non mi piace molto. La tenerezza come stato d'animo è un bisogno che abbiamo tutti e che dovrebbe guidarci nel cammino della giornata. Lo stesso Papa Francesco ha detto che la tenerezza è un gesto che ci rende più liberi e, quindi, più forti».

Domenica 30 luglio, l'undicesima edizione di Est Film Festival volge al termine con il cerimoniale delle premiazioni che dalle 21 e 30, porterà sul palco di piazzale Frigo tutti i vincitori 2017.





Venerdì 28 luglio: Chiuse le sezioni competitive dell'undicesima edizione

Ultimo giorno per le sezioni competitive dell'undicesima edizione di Est Film Festival. Nel pomeriggio, al Cinema Gallery il documentario di Katia Bernardi Funne – Le ragazza che sognavano il mare è l'ultimo a contendersi l'Arco d'Argento Premio CIC – Centro di Iniziative Culturali.

La sera a piazzale Frigo, chiude gli appuntamenti con i lungometraggi in concorso La ragazza del mondo, film di Marco Danieli, vincitore al Festival di Venezia come miglior opera prima. Dopo la proiezione, sul palco insieme al regista anche lo sceneggiatore Antonio Manca.

«Il film, scritto nel 2012 e girato alla fine del 2015, è ispirato a una storia reale, raccontataci da un'amica comune. Mentre lei ci parlava della sua esperienza di vita come testimone di Geova e le scelte che l'hanno portata ad abbandonare quel percorso, Antonio e io abbiamo subito capito che eravamo pronti per scrivere questa sceneggiatura».

Per agevolare la ricerca di fondi, Danieli svela di aver realizzato un promo di quello che poi sarebbe diventato La ragazza del mondo: «Ho girato un cortometraggio con un cast provvisorio, nel quale però era già presente Sara Serraiocco, e che potesse servire a dialogare con attori e produttori. Avevamo una sceneggiatura forte ma, essendo un esordiente, volevo dimostrare di essere in grado di occuparmi della regia e di dirigere degli attori».

«Noi avevamo scritto un altro film – racconta Antonio Manca – ma poi, sentendo la testimonianza di questa ragazza, abbiamo scritto in poco tempo questa nuova sceneggiatura. All'inizio siamo stati spinti da una fascinazione antropologica verso un mondo che conoscevamo poco, ma poi la motivazione principale è stata l'intenzione di realizzare una storia di ricerca identitaria. Ci piaceva molto questo percorso di doppia emancipazione: il primo dalla congregazione e il secondo da quello che sembra essere il suo salvatore».

La domanda successiva, mette in luce la ricerca approfondita che i due ospiti hanno dovuto fare per la perfetta resa della storia: «All'inizio ci siamo affidati a questa nostra amica: lei stessa ci ha fatto un report dettagliato che andava dal look all'educazione famigliare all'interno dei testimoni di Geova. Dopo la prima stesura, abbiamo sentito la necessità di informarci prima sui libri e poi attraverso delle interviste fatte sia a chi frequentava la Sala del Regno sia a chi si era allontanato da quella religione. Una ragazza uscita da poco dalla congrega ha fatto a Sara da coach, aiutandola a comprendere le motivazioni che potevano spingere il personaggio principale ad abbondare la sua realtà per seguire quello che a lei sembra il vero amore».

Chiuse le sezioni competitive di EFF 2017, il sabato festivaliero è dedicato agli extra: alle 17 e 30 al cinema Gallery, la proiezione dei cortometraggi di Ciak! Montefiascone, progetto giunto alla quarta edizione che ha come obiettivo principale quello di incentivare la realizzazione di prodotti cinematografici girati nel territorio.

Alle 21, in anticipo rispetto al solito orario, piazzale Frigo accoglierà Gianni Amelio: durante l'incontro sarà premiato con l'Arco di Platino Premio Italiana Assicurazioni per la sua straordinaria carriera da regista. A seguire, la proiezione del suo ultimo film La tenerezza, con Elio Germano, Micaela Ramazzotti e Giovanna Mezzogiorno.





Giovedì 27 luglio: Bagno di folla per Edoardo Leo a Est Film Festival

Il giovedì di Est Film Festival inizia alle 17 e 30 al Cinema Gallery di Montefiascone per la proiezione del penultimo documentari in lizza per l'Arco d'Argento Premio CIC – Centro di Iniziative Culturali: Lunàdigas di Nicoletta Lesner e Marilisa Piga.

Alle 21 e 30, una piazzale Frigo stracolma accoglie il ritorno di un grande amico del Festival, Edoardo Leo che riceve dall'assessore alla cultura Fabio Notazio l'Arco di Platino Premio Città di Montefiascone. Prima della proiezione della sua ultima commedia Che vuoi che sia (con Rocco Papaleo, Anna Foglietta e Marina Massironi), il regista romano ha incontrato il suo pubblico, raccontando i suoi difficili esordi: «Ho realizzato il mio primo film da regista con le unghie e con i denti perché, venendo dalle serie tv e dalle fiction, nessuno credeva in me. Un esordio tragicomico: quando Diciotto anni dopo è uscito nelle sale è andato malissimo perché arrivò nei cinema a giugno 2010, durante i mondiali di calcio. Per tutte le vicissitudine che si sono susseguite, potrei tranquillamente scrivere una storia sulla produzione di quel film. Poi successe che in ogni festival dove andavamo vincevamo un premio. Era sorprendente il responso e l'affetto delle persone che lo vedevano. È successa la stessa cosa qui a Montefiascone dove, infatti, abbiamo vinto il premio del pubblico».

Dopo un lungo applauso, Leo si sofferma anche sul ruolo stesso dei festival: «Queste serate in piazza non sono la semplice visione di un film, ma servono a confrontarsi con altre persone. Le immagini sullo schermo sono solo una variabile di quella serata. Le manifestazioni come Est Film Festival servono alla comunità per stringersi e stare insieme. Questa per me è un'immagine incredibile: vedere tutte le sere questa piazza così affollata».

Quando gli viene fatto notare che le storie narrate nelle sue commedie sembra esserci sempre, come tema di fondo, la sua gavetta raccontata da personaggi che, in un modo o nell'altro, cercano di realizzarsi, il regista risponde: «Quando scrivi e fai la regia, è normale che i tuoi film finiscano per assomigliarti, anche fisicamente. Io credo di somigliare ai film che faccio. Io sono così: ritengo che la vita sia seria e non seriosa e soprattutto mi piace descrivere la mia generazione attraverso una battuta. In fondo, da La grande guerra ad oggi, questo è il modo di raccontare di noi italiani».

Edoardo parla poi di come Est Film Festival sia stato per lui un luogo di incontri importanti: «Qui, nel 2011, ho conosciuto per la prima volta Rocco Papaleo, che poi è diventato uno dei protagonisti di Che vuoi che sia. Con Marco Giallini, che è stato vostro ospite nel 2013, un amico fraterno, condividiamo il fatto che non abbiamo avuto subito successo. Un percorso fatto di gavetta e senza scorciatoie, mantenendo la nostra coerenza. Quest'anno festeggio i miei 24 anni di gavetta, ma l'unico merito che mi riconosco è questo: non mi sono mai svenduto, nemmeno nei momenti in cui sarebbe stato facile farlo».

Prima di lasciare il palco per dedicarsi alle foto con i fan, la direzione di EFF cerca di strappargli una promessa vista l'importanza che il Festival ha svolto nella sua carriera: nel caso di una film biografico sulla sua vita di regista, sarebbe impossibile per lui escludere di effettuare le riprese a Montefiascone: «Mi piacerebbe fare un film qui, ma ci vuole la storia giusta, altrimenti verrei solo per piaggeria. Adesso sto realizzando un documentario sulla vita di Gigi Proietti, magari tornerò a presentarlo qui insieme a lui. Questo posto lo sento profondamente amico perché certi applausi non te li scordi».

Venerdì 28 luglio sarà la giornata conclusiva per le sezioni competitive dell'undicesima edizione di Est Film Festival: alle 17e30 al cinema Gallery di Montefiascone, l'ultimo documentario in concorso è Funne – le ragazze che sognavano il mare di Katia Bernardi che dopo la proiezione incontrerà il pubblico.

Alle 21e30 in piazzale Frigo sarà la volta del film di Marco Danieli La ragazza del mondo, quinto film a concorrere nella sezione lungometraggi per l'Arco d'Oro Premio Gruppo Credito Valtellinese, per l'Arco d'Argento al miglior film scelto dal pubblico Premio Cantina di Montefiascone e per l'Arco d'Argento per la miglior colonna sonora Premio Terme dei Papi.





Mercoledì 26 luglio: Il Sud sugli schermi di Est Film Festival con la sicilia di "Saro" e la "Taranta on the road" di Salvatore Allocca

Mercoledì 26 luglio, continua la sezione in concorso dei documentari di Est Film Festival con la proiezione di Saro di Enrico Maria Artale, opera intima che segue il viaggio del regista alla ricerca di quel padre che non vede da più di 25 anni.

Prima della proiezione serale, dal palco di piazzale Frigo Gian Luca Contis, responsabile nazionale Banca Aperta del Gruppo Credito Valtellinese, ringrazia il Festival: «Per noi è un onore essere main sponsor, perché è nel nostro dna investire sul territorio con attività che non abbiano per forza una correlazione con il mondo della finanza, mantenendo un contatto e una relazione con le piccole comunità locali. Per questo, invece di chiudere una piccola succursale, abbiamo deciso di investire in una filiale diversa, con una tecnologia fatta per essere vicina alle persone e aperta dalla mattina presto fino a sera; durante EFF ci sarà un'apertura straordinaria fino alle 21 per dare la possibilità a tutti di vedere come sarà la banca del futuro... anzi del presente».

Prende poi la parola Giancarlo Necciari, Direttore artistico JazzUp Festival e presidente di giuria per l'Arco d'Argento Premio Terme dei Papi alla migliore colonna sonora, il quale ringrazia Est Film Festival per la lunga collaborazione che da undici anni unisce le due realtà e le Terme dei Papi per aver creduto in questa iniziativa.

Dopo la serata di martedì trascorsa al Cinema Gallery causa maltempo, il pubblico torna a piazzale Frigo per la proiezione del lungometraggio in concorso Taranta on the road di Salvatore Allocca, film che vedrà la luce della sala il prossimo 24 agosto, in anteprima a Est Film Festival.

Per l'incontro con il pubblico, insieme al regista, Bianca Nappi che nel film interpreta il ruolo di Teresa. Una presenza quella dell'attrice che si ripete a Est Film Festival dopo la sua performance del 2015 nel film di Duccio Chiarini Short Skin – I dolori del giovane Edo: «Mi piace molto questo festival. Trovo interessante prendere parte alle opere di debutto di giovani registi, un po' per una mia curiosità di fondo e un po' perché credo che sia importante in questo Paese un rinnovamento anche nel campo artistico, attraverso persone che hanno voglia di raccontare nuove storie».

Allocca spiega poi il suo percorso nel mondo cinematografico: «Ho iniziato come montatore e studiando ho capito che volevo raccontare storie che fossero mie e ho iniziato a fare il regista. In seguito mi sono accorto che mi piaceva sviluppare progetti in maniera sia creativa che produttiva. Questa è la mia "opera prima e mezza" perché ho già co-diretto con Daniele Cursi Masella Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato, una bellissima esperienza che mi fu però commissionata. Questo invece è una storia che mi portavo dentro da molto tempo».

Il film racconta la storia di due migranti tunisini che, per raggiungere la Francia, si uniscono a una band musicale salentina. «L'idea è germogliata intorno al 2011-2012, il periodo nel quale ci sono state le Primavere arabe. L'idea nasce da una suggestione della realtà: in quel periodo, vidi una fotografia che ritraeva alcuni ragazzi appena fuggiti da una tendopoli in Manduria che, per festeggiare questa libertà ritrovata, ballavano insieme a un gruppo che suonava la pizzica».

L'edizione 2017 di Est Film Festival è al suo giro di boa. Giovedì 27 luglio, l'appuntamento con il quarto documentario in concorso è alle 17 e 30 al Cinema Gallery di Montefiascone con Lunàdigas di Marilisa Piga e Nicoletta Nesler.

La sera, piazzale Frigo accoglierà il ritorno di un amico del Festival: alle 21 e 30, Edoardo Leo incontrerà il pubblico e riceverà l'Arco di Platino Premio Città di Montefiascone. A seguire la proiezione della commedia Che vuoi che sia con Rocco Papaleo, Marina Massironi, Anna Foglietta ed Edoardo Leo.





Lunedì 24 luglio: Inaugurata la sezione documentari, prosegue la competizione serale in piazza con I figli della notte

Il cinema Gallery di Montefiascone accoglie il pubblico di Est Film Festival per la proiezione del primo documentario in concorso per l'Arco d'Argento Premio CIC – Centro di Iniziative Culturali: Camminando sull'acqua di Gianmarco D'Agostino, una testimonianza inedita dell'alluvione che sommerse Firenze nel 1966.

Alle 21 e 30 le sedie disposte a piazzale Frigo sono già tutte occupate dagli spettatori in attesa di vedere l'opera prima di Andrea De Sica I figli della notte.

Prima della proiezione, sul palco salgono insieme a Vaniel Maestosi e Glauco Almonte anche il sindaco di Montefiascone Massimo Paolini, l'assessore alla cultura Fabio Notazio e il presidente di giuria Giampaolo Sodano, che nei giorni scorsi avevano espresso tutti la necessità di un impegno che tutelasse una manifestazione così importante per il territorio come lo è diventata Est Film Festival.

Lo stesso sindaco, riferendosi al discorso di sostegno di Sodano di ieri sera, ha chiarito: «Noi teniamo molto a questo straordinario evento e la mia presenza qui stasera è per rassicurare ancora di più che Est Film Festival è un'iniziativa che la nostra amministrazione tutelerà sempre di più, carte alla mano».

Aggiunge infatti Notazio: «Abbiamo qui pronto il regolamento comunale per le manifestazioni di Montefiascone che era stato programmato per ottobre nel quale andiamo a fissare quali siano gli eventi culturali nei quali l'amministrazione comunale crede: Est Film Festival rientra di diritto in questo elenco. Questa è una garanzia che noi diamo per uno degli eventi più importanti per la città di Montefiascone».

Il presidente di giuria Gianpaolo Sodano si congratula per quanto fatto affermando che: «La conclusione di stasera mi riempie di gioia perché credo che sia un dovere di tutti riconoscere che se si può fare qualcosa per il proprio paese va fatto: quando una città e i suoi cittadini eleggono a istituzione un bene culturale come un festival del cinema, allora vuol dire che quella comunità ha fatto qualcosa di grande per se stessa».

Dopo la proiezione di I figli della notte, seconda pellicola in concorso per l'Arco d'Oro al miglior lungometraggio Premio Gruppo Credito Valtellinese e per l'Arco d'Argento al miglior film scelto dal pubblico Premio Cantina di Montefiascone, il regista Andrea De Sica racconta al pubblico: «L'idea per questo film l'ho presa da alcune esperienze vicine a me: conoscevo dei ragazzi che avevano frequentato il collegio, tra questi c'era il figlio di famiglia della nobiltà romana che mi era sembrato molto pacato, ma poi venni a sapere un paio di anni dopo che era indagato per tentato omicidio, mentre un altro ragazzo mi ha confermato come in collegio avesse stretto alcuni dei legami più intensi della sua vita. In quest'opera ho cercato di unire queste due anime».

De Sica spiega poi come ha messo insieme il cast: «Non volevo girare un film su degli adolescenti utilizzando uomini mascherati da ragazzi, come spesso il cinema è abituato a fare. I miei attori hanno la stessa età dei loro personaggi. Una scelta fatta soprattutto per motivi di messa in scena: grazie alla loro reale innocenza, il film ha assunto un tono più inquietante».

I lungometraggi in concorso si contendono anche l'Arco d'Argento per la miglior colonna sonora Premio Terme dei Papi. Riguardo le musiche di I figli della notte, Andrea De Sica rivela: «Mio padre (il compositore Manuel De Sica) avrebbe dovuto creare la colonna sonora ma, purtroppo, è scomparso improvvisamente. A quel punto, ho deciso di portare avanti io quel lavoro che credevo solo lui sarebbe stato in grado di realizzare. Ogni giorno, finito di fare il montaggio, facevo delle jam session, lasciandomi ispirare da quanto avevo appena visto».

Il martedì di Est Film Festival prevede l'appuntamento pomeridiano al Cinema Gallery con la proiezione alle 17 e 30 del documentario The Black Sheep di Antonio Martino. In serata, alle 21 e 30, lo schermo di piazzale Frigo sarà per Moglie e marito, commedia diretta da Simone Godano. In entrambi i casi , come da rituale per EFF, seguirà l'incontro con il regista.





Domenica 23 Luglio: Conclusa la sezione corti, inizia il concorso lungometraggi con le periferie di Il più grande sogno

Nonostante l'assolata domenica, è numeroso il pubblico presente in sala al Cinema Gallery di Montefiascone per la seconda giornata dedicata ai cortometraggi di Est Film Festival. A chiudere la sezione che si contenderà l'Arco d'Argento Premio Università della Tuscia sono state le opere: Ratzinger vuole tornare di Valerio Vestoso, Il Silenzio di Famoosh Samadi e Ali Asgari, Buffet di Alessandro D'Ambrosi e Santa De Santis, Moby Dick di Nicola Sorcinelli e Timballo di Maurizio Forcella.


In serata, a precedere la proiezione del primo lungometraggio in concorso per l'Arco d'Oro Premio Gruppo Credito Valtellinese, il presidente di giuria Gianpaolo Sodano saluta il pubblico di piazzale Frigo ringraziando gli organizzatori Vaniel Maestosi e Glauco Almonte per il loro lavoro che valorizza e fa crescere culturalmente il territorio. Subito dopo, Massimiliano Giovannini porta i saluti del Gruppo Credito Valtellinese che da 9 anni appoggia Est Film Festival.

A inaugurare la sezione in concorso a piazzale Frigo è Il più grande sogno di Michele Vannucci, ispirato alla vera storia del personaggio principale del film Mirko Frezza. Intervengono sul palcoscenico il produttore Giovanni Pompili e la sceneggiatrice dell'opera Anita Otto.

«Tutto nasce dal cortometraggio di diploma di Michele al Centro Sperimentale – spiega Pompili – lui cercava un padre e un figlio che potessero interpretare i suoi protagonisti e così conobbe Mirko: è attraverso il suo flusso di coscienza che questa storia ha preso vita».

La sceneggiatrice, invece, racconta i motivi che l'hanno spinta a scrivere questo film: «Ascoltando questa persona e il suo “romanaccio” mi sono resa conto che c'era in lui una grande voglia di tirare fuori se stesso per fare qualcosa di bello per gli altri. Ne è venuto fuori il racconto di un uomo che cerca di cambiare non solo la sua esistenza, ma quello che c'è intorno a lui».

«Volevamo uscire dalla classica stigmatizzazione delle periferie – prosegue Giovanni Pompili – Dopo aver presentato il film a Venezia, abbiamo girato tutta l'Italia e, da Trieste a Catania, molte persone si sono riconosciute nei meccanismi di questa storia. Se il nostro messaggio è stato recepito nella stessa maniera da nord a sud, allora vuol dire che siamo riusciti a superare gli schemi classici dei film che vedono in questi quartieri solo delinquenza e disagio».

Nel film, attori professionisti dividono lo schermo insieme a persone prese dalla realtà che ha ispirato la storia: «Per riuscire ad avere dei dialoghi molto naturali, sul set abbiamo deciso di dare ai nostri interpreti un semplice canovaccio invece di un copione vero e proprio, per poter loro permettere di avere uno spunto per poter recitare in maniera più spontanea le scene» continua Anita Otto. Pompili aggiunge: «Il bello di lavorare tra finzione e realtà è che puoi mettere nello stesso contesto la professionalità di chi recita con la vita vera che ha ispirato la trama che stai raccontando».

I due hanno poi spiegato come il coinvolgimento dell'intero quartiere La Rustica sia riuscito a valorizzare la realtà delle persone che abitano quei luoghi.

«Quando il cinema ha una ricaduta sul territorio, questa è la soddisfazione più grossa: vedere persone che vivevano con la pensione sociale essere chiamate per recitare in altri film è stato il traguardo più bello che il nostro lavoro ha raggiunto».

La settimana di Est Film Festival inizia lunedì 24 luglio alle 17 e 30 al Cinema Gallery con la proiezione del primo documentario in concorso: Camminando sull'acqua di Gianmarco D'Agostino.

Alle 21 e 30, l'appuntamento è a piazzale Frigo con I figli della notte di Andrea De Sica. A seguire l'incontro con il regista.

In allegato: Da sinistra, Glauco Almonte, Anita Otto e Giovanni Pompili durante l'incontro dopo la proiezione del film Il più grande sogno .

Tutte le foto sono disponibili sul sito www.estfilmfestival.it
Photo Credits: Leonardo Breccola





Sabato 22 luglio: Ospiti a sorpresa e Arco di Platino ad Alessandro Genovesi inaugurano le serate in piazza di Est Film Festival

Nuova edizione e nuova location di apertura per Est Film Festival. Nel pomeriggio, al Cinema Gallery di Montefiascone, la proiezione dei primi 5 cortometraggi della selezione in concorso per l'Arco d'Argento Premio Università della Tuscia: A casa mia di Mario Piredda, Sharing di Emanuela Moroni e Manuela Cannone, Sono qui di Anjan Di Leonardo, Polis Nea di Pierluigi Ferrandini e Azimut di Emiliana Santoro.

Alle 21 e 30, il primo appuntamento sotto le stelle in piazza comincia con un omaggio dell'attore Francesco Lo Turco a Paolo Villaggio, pietra miliare del cinema italiano.

Subito dopo, una sorpresa per il pubblico: gli attori Corrado Nuzzo e Maria Di Biase salgono sul palcoscenico di piazzale Frigo per fare un saluto alla platea e si fanno sfuggire una piccola anteprima riguardo Vengo anch'io, la loro opera prima tutt'ora in lavorazione. «Una storia “cattiva” che si ispira alla tradizione italiana della commedia amara. Un film divertente con momenti drammatici e toccanti oppure, se preferite, una tragedia dai momenti comici». Nel cast Alessandro Haber, Ambra Angiolini, Aldo Baglio di Aldo Giovanni e Giacomo, Francesco Paolantoni e – al montaggio – Claudio Di Mauro, amico e giurato nella scorsa edizione di Est Film Festival.

Prima di consegnare l'Arco di Platino Città di Montefiascone, il sindaco Massimo Paolini e l'assessore alla cultura Fabio Notazio salutano dal palco il numeroso pubblico di EFF. Il sindaco, ringraziando il Festival e i main sponsor Italiana Assicurazioni e il Gruppo Bancario Credito Valtellinese, ribadisce le dichiarazioni fatte durante la conferenza stampa: «Non sarà questa amministrazione a mettere fine a Est Film Festival» ricordando come questo lavori tutto l'anno con il territorio attraverso attività quali Ciak! Montefiascone ed Est Film Festival nelle Scuole. Gli fa eco l'assessore Notazio che definisce il Festival:«un volano di sviluppo culturale per Montefiascone».

Dopodiché è il momento della consegna del premio al regista Alessandro Genovesi, sul palco insieme a Claudio Di Mauro, montatore di tutti i suoi film e anche di Matrimonio italiano, la sua ultima opera girata nella Tuscia tra Civita di Bagnoregio e Sutri.

Alessandro Genovesi inizia la sua carriera come autore e sceneggiatore teatrale; la sua avventura cinematografica comincia grazie a Happy Family, una storia che ha visto la luce in teatro e che per volontà di Gabriele Salvatores è stata trasformata in pellicola.

L'autore parla poi del suo sodalizio con Di Mauro: «Lui è un vero maestro: il montaggio è fondamentale e, se hai la fortuna di avere qualcuno che sappia parlare con quel linguaggio particolare, ti permette di riscrivere il film che avevi pensato».

Prende la parola Di Mauro spiegando che: «il vero obiettivo di noi montatori è individuare l'oggetto della comunicazione degli autori e fare nostra la loro sensibilità, per trovare insieme la migliore strada espressiva del film».

Anche Soap Opera, la commedia che vede tra i suoi protagonisti Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis e Diego Abatantuono, proiettata ieri sera a piazzale Frigo, nasce come opera teatrale. Lo stesso Genovesi, parlando della sua scelta di utilizzare spesso gli stessi attori, fa riferimento al suo background artistico: «Sono abituato a lavorare con le compagnie teatrali dove basta cambiare i costumi ed è possibile interpretare storie sempre diverse, anche se negli ultimi film ho cercato di inserire volti nuovi per evitare che il pubblico avesse la sensazione di vedere sempre la stessa opera. In fondo, la differenza tra il cinema e il teatro è sottile perché sono due mezzi di comunicazione molto simili: il teatro ha delle aperture più immaginifiche e lavora molto sulla metafora; il film, invece, ha bisogno di mostrare tutto, ma la sostanza è sempre la stessa».

È il momento poi di Claudio Di Mauro che spiega l'essenza del suo mestiere di montatore: «È come scrivere l'ultima stesura della sceneggiatura: quando parti da una storia già buona e che funziona, il mio compito è semplice, altrimenti devo valorizzare le parti più interessanti. Naturalmente, il film è fatto sul set, ma io alle volte noto alcune cose che durante le riprese restano nascoste e le metto semplicemente in luce. La mia professione è vedere tutti gli elementi con lucidità, ma utilizzo elementi che il regista ha già inserito nella storia».

Gli appuntamenti di Est Film Festival di domenica 23 luglio ripartono con la seconda parte della sezione cortometraggi che sarà proiettata al Cinema Gallery di Montefiascone dalle ore 17 e 30.

In serata, a piazzale Frigo alle 21 e 30, inaugura la sezione competitiva dei lungometraggi il vincitore del Premio Solinas Experimenta Il più grande sogno di Michele Vannucci, tratto dal suo cortometraggio Una storia normale realizzato nel 2015. A seguire, l'incontro con Giovanni Pompili, produttore per Kino Produzioni.

In allegato: Da sinistra, l'assessore alla cultura Fabio Notazio, il sindaco Massimo Paolini e Alessandro Genovesi durante la consegna dell'Arco di Platino - Premio città di Montefiascone.

Tutte le foto e i video sono disponibili sul sito www.estfilmfestival.it





















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